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Porano Turismo

DAL MEDIOEVO ALL’ETA’ MODERNA

Porano compare la prima volta nelle fonti documentarie in un atto del gennaio 1126: in questo periodo la villa di Porano è inserita nella diocesi di Orvieto, nel territorio soggetto al vescovo, l’autorità principale del tempo. Il termine “villa” con cui è indicato nel XII secolo indica un villaggio di poche case senza cinta muraria, quindi molto diverso da quello attuale. Ad oggi non è stato ancora determinato il periodo della trasformazione di questo villaggio in castello, né tanto meno le cause.
Per certo, però, ciò avvenne dopo il 1292 – allorché ci si riferisce alla villa di Porranum come inserita nel piviere di S. Fortunato – e prima del 1334, anno al quale risale un atto di vendita che indica ormai Porano già come castrum.
Relativamente alla popolazione, dal 1292 al 1405 il numero di abitanti censiti oscillava tra i 164 e 141; molti di questi dati provengono dal materiale documentario relativo al legame di Porano con il cantiere della cattedrale orvietana, ed in particolare rispetto alle “materie prime” e alle maestranze coinvolte. Altra importante fonte di informazioni è la presenza sul territorio di Porano, già dal 1334, della famiglia Avveduti, di origine orvietana. Il palazzo del centro storico che oggi ospita il municipio porta non a caso lo stesso nome.
La supremazia degli Avveduti è confermata da ulteriori atti documentari e dalla loro occupazione di Castel Rubello all’inizio del XV sec., e dal legame tra Porano e S. Bernardino da Siena, figlio di Nera di Bindo di Ranieri degli Avveduti.
Nella seconda metà del 1400 una serie di battaglie e occupazioni militari coinvolsero Castel Rubello (XIII sec.) che fu proprietà della famiglia Valenti dal 1519 fino al XVIII secolo, e che s’imparentarono poi con gli stessi Avveduti.
Fu proprio con i Valenti che il castello fu ristrutturato e sistemato in buona parte, anche attraverso la realizzazione di pregevoli affreschi, tutt’oggi perfettamente conservati, affidati al noto pittore umbro Cesare Nebbia.
Dal XVIII sec. la proprietà del castello passò di mano in mano a diverse proprietà private, fino ad arrivare al 1892, ovvero al Marchese Nicola Serafini Trinci, i cui eredi diretti sono tuttora i proprietari.
Purtroppo nel 1944 il cannoneggiamento delle truppe alleate, in tutta probabilità per scoraggiare azioni di cecchinaggio, distrusse due delle torri più piccole che non furono più ricostruite.
Un’altra importante presenza a Porano fu, nei secoli XVIII e XIX, quella della famiglia Gualterio: ad essa si deve la costruzione della Villa del Corgnolo, meglio nota oggi come Villa Paolina, per la quale si hanno documenti che attestano l’acquisto di terreni e la successiva costruzione del palazzo tra il 1706 e il 1741. Durante l’Ottocento, uno dei membri più illustri della famiglia, Filippo Antonio Gualterio, uomo politico e patriota di grande valore, vendette la Villa del Corgnolo alla famiglia Viti-Mariani di Orvieto; la Marchesa Paolina Viti ne modificò la struttura originaria interna e da lei deriva, infatti, l’attuale denominazione.
Dagli inizi degli anni Ottanta il sito è di proprietà della Provincia di Terni, e il palazzo è oggi in buona parte occupato dalla sede dell’ I.B.A.F. (Istituto di Biologia Agroalimentare e Forestale), importante centro di ricerca scientifica del C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche).
Alla fine del Settecento l’intero territorio di Orvieto, che comprendeva anche Porano e Castel Rubello, era compreso nelle quindici entità amministrative nelle quali risultava suddiviso l’allora Stato Pontificio. Per tutto il 1800 si possiedono dati interessanti dal punto di vista demografico, che vedono Porano e Castel Rubello crescere in numero di abitanti, e che insieme arriveranno a contare da 649 abitanti (1817) a 1112 abitanti (1881).
Nel 1837 è documentata una terribile epidemia di colera che rese ancora più misere le condizioni di vita della popolazione. Nello stesso anno si ricorda una rivolta popolare che fu repressa nei pressi di Orvieto dalla gendarmeria pontifica, causando un morto e diversi feriti. Nel 1860 Orvieto e il suo territorio furono annessi al Regno d’Italia.
Porano entrò così a far parte della Provincia dell’Umbria. Dei moti risorgimentali si ricorda la probabile presenza di una base garibaldina nel 1867, in virtù della posizione strategica e di confine del paese, e l’accampamento in prossimità di Porano del 46° Reggimento di fanteria nella sua manovra di avvicinamento per la conquista di Roma.
Nei primi trent’anni del Novecento Porano vede aumentare ancora la sua popolazione, fino a raggiungere 1490 abitanti.
Dopo la II° guerra mondiale si ha invece un’inversione di tendenza fino a scendere a 1059 abitanti, fenomeno senza dubbio collegato al progressivo spopolarsi delle campagne.
Del periodo bellico, dalla memoria degli anziani affiora ancora oggi la presenza in Porano delle truppe di occupazione tedesche, stabilitesi a Villa Paolina, presso l’edificio che oggi ospita la scuola elementare, e a Castel Rubello, dove si trovava il comando generale.

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